L’attuale chiesa di San Pietro è stata completata nel 1786 in sostituzione del più antico tempio giudicato inadeguato, sia per il suo stato di degrado sia per l’insalubrità del luogo in cui sorgeva ed è sita sulla Piazza omonima, vera e propria terrazza naturale sulla Valle del Sacco, inserita nell’antico tessuto edilizio del paese, ma in una posizione marginale rispetto al centro, sull’estremità nord-est.
L'edificio, di notevoli dimensioni è un capolavoro di stereometria e rappresenta una delle migliori realtà architettoniche dell’arte barocca del Lazio meridionale. Si ispira all’architettura guariniana (Guarino Guarini) per lo stile e la sua forma poligonale, con matrice esagonale e parete perimetrale a 12 facce. La facciata della chiesa si presenta in modo imponente con tre portali sormontati da lunette e preceduti da tre modeste rampe di scale. Nella lunetta del portale centrale è stato realizzato un mosaico policromo con le figure di San Pietro e di San Cataldo nell’atto di proteggere Supino opera del mosaicista Ugo Santurri (1966). Nel mosaico a sinistra è raffigurato San Cataldo , vestito con piviale, mitria vescovile e pastorale, sull’altro lato si vede San Pietro , vestito con la tunica, che brandisce le chiavi. Sullo sfondo si vede Supino che si estende sulla vallata, nel cielo l’apparizione dello Spirito santo in forma di colomba.
Il portone d’ingresso opera di Saverio Ungheri (1978) scolpito a bassorilievo in bronzo è chiamato “Porta della Speranza” per l’itinerario simbolico che racchiude. L’opera è suddivisa in 7 pannelli raffiguranti temi dottrinali-teologico e storico locale.
Raffigurazione anta sinistra: Cristo consegna le chiavi a S. Pietro; rappresentazione vita eremita; viaggio emigranti; Trinità.
Raffigurazione anta destra: miracolo di S. Cataldo che risana uno storpio; processione 10 maggio; il Paradiso con i Santi che hanno visitato il Santuario nella loro vita terrena.
Inoltre sono raffigurati i quattro simboli degli evangelisti; aquila - S. Giovanni; toro - S. Luca; un angelo mostra il Vangelo a S. Matteo; leone alato - S. Marco. I simboli sono posti in modo da ricordare una croce, ed all’altezza del costato di Cristo è stata raffigurata una ferita. La Croce è simbolo di speranza e di salvezza.
L’interno del Santuario, è scandito da sei robusti pilastri su cui insiste la grande volta centrale a cupola. I numerosi stucchi, i marmi policromi, le molte pitture, rendono l’insieme di piacevole aspetto.
Nella cantoria si trova l’antico organo positivo classico realizzato nel 1764 da Johannes Conradus Werle, di grande pregio artistico e musicale.
Sul lato sinistro del Santuario, racchiusa da una cancellata di ferro battuto, si trova la cappella dedicata a San Cataldo, tutta levigata a stucco bruciato in finto marmo, le decorazioni dalla volta e l’affresco centrale “La Gloria di San Cataldo” sono opera del Monacelli (1890). In questo contesto è posta la grande statua lignea di San Cataldo, raffigurato seduto sulla sedia vescovile, con indosso una veste bianca, stretta in vita e un cingolo dorato.
Il Santo con la mano destra è in atteggiamento benedicente, mentre con la sinistra regge il bastone pastorale. Il volto, frontale ed imponente, è incorniciato da una folta barba fluente. La statua antica andò distrutta in un incendio del 1870, l’attuale è opera di un artista romano che la modellò su un disegno giovanile dello scultore Ernesto Biondi. Al centro del presbiterio è posto l’Altare Maggiore con il tabernacolo, l’altare è in marmi policromi. Nell’interno: Sala Auditorium "Mons. Fausto Schietroma" presso la Casa del Pellegrino e la sala ex-voti.
La reliquia estratta dal braccio di San Cataldo (1653), custodita in una teca d’argento a forma di braccio benedicente, è custodita nella collegiata di S. Maria Maggiore a Supino.
A sinistra della facciata si scorge il campanile che presenta dei prospetti lisci (eccetto quello sulla valle con tre aperture rettangolari) caratterizzati, in corrispondenza della cella campanaria, da una monofora con cornice a fascia.
L'edificio, di notevoli dimensioni è un capolavoro di stereometria e rappresenta una delle migliori realtà architettoniche dell’arte barocca del Lazio meridionale. Si ispira all’architettura guariniana (Guarino Guarini) per lo stile e la sua forma poligonale, con matrice esagonale e parete perimetrale a 12 facce. La facciata della chiesa si presenta in modo imponente con tre portali sormontati da lunette e preceduti da tre modeste rampe di scale. Nella lunetta del portale centrale è stato realizzato un mosaico policromo con le figure di San Pietro e di San Cataldo nell’atto di proteggere Supino opera del mosaicista Ugo Santurri (1966). Nel mosaico a sinistra è raffigurato San Cataldo , vestito con piviale, mitria vescovile e pastorale, sull’altro lato si vede San Pietro , vestito con la tunica, che brandisce le chiavi. Sullo sfondo si vede Supino che si estende sulla vallata, nel cielo l’apparizione dello Spirito santo in forma di colomba.
Il portone d’ingresso opera di Saverio Ungheri (1978) scolpito a bassorilievo in bronzo è chiamato “Porta della Speranza” per l’itinerario simbolico che racchiude. L’opera è suddivisa in 7 pannelli raffiguranti temi dottrinali-teologico e storico locale.
Raffigurazione anta sinistra: Cristo consegna le chiavi a S. Pietro; rappresentazione vita eremita; viaggio emigranti; Trinità.
Raffigurazione anta destra: miracolo di S. Cataldo che risana uno storpio; processione 10 maggio; il Paradiso con i Santi che hanno visitato il Santuario nella loro vita terrena.
Inoltre sono raffigurati i quattro simboli degli evangelisti; aquila - S. Giovanni; toro - S. Luca; un angelo mostra il Vangelo a S. Matteo; leone alato - S. Marco. I simboli sono posti in modo da ricordare una croce, ed all’altezza del costato di Cristo è stata raffigurata una ferita. La Croce è simbolo di speranza e di salvezza.
L’interno del Santuario, è scandito da sei robusti pilastri su cui insiste la grande volta centrale a cupola. I numerosi stucchi, i marmi policromi, le molte pitture, rendono l’insieme di piacevole aspetto.
Nella cantoria si trova l’antico organo positivo classico realizzato nel 1764 da Johannes Conradus Werle, di grande pregio artistico e musicale.
Sul lato sinistro del Santuario, racchiusa da una cancellata di ferro battuto, si trova la cappella dedicata a San Cataldo, tutta levigata a stucco bruciato in finto marmo, le decorazioni dalla volta e l’affresco centrale “La Gloria di San Cataldo” sono opera del Monacelli (1890). In questo contesto è posta la grande statua lignea di San Cataldo, raffigurato seduto sulla sedia vescovile, con indosso una veste bianca, stretta in vita e un cingolo dorato.
Il Santo con la mano destra è in atteggiamento benedicente, mentre con la sinistra regge il bastone pastorale. Il volto, frontale ed imponente, è incorniciato da una folta barba fluente. La statua antica andò distrutta in un incendio del 1870, l’attuale è opera di un artista romano che la modellò su un disegno giovanile dello scultore Ernesto Biondi. Al centro del presbiterio è posto l’Altare Maggiore con il tabernacolo, l’altare è in marmi policromi. Nell’interno: Sala Auditorium "Mons. Fausto Schietroma" presso la Casa del Pellegrino e la sala ex-voti.
La reliquia estratta dal braccio di San Cataldo (1653), custodita in una teca d’argento a forma di braccio benedicente, è custodita nella collegiata di S. Maria Maggiore a Supino.
A sinistra della facciata si scorge il campanile che presenta dei prospetti lisci (eccetto quello sulla valle con tre aperture rettangolari) caratterizzati, in corrispondenza della cella campanaria, da una monofora con cornice a fascia.
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